Al Centro della civiltà islamica racconteranno la storia degli scacchi in Uzbekistan

Scacchi. Foto: cisc.uz

Nell'esposizione, che si terrà nella sala del Primo Rinascimento del museo del Centro della civiltà islamica, saranno esposte riproduzioni di pezzi degli scacchi scoperti dagli archeologi a Samarcanda e nella regione di Surkhandarya. Tra questi ci sono reperti unici di Afrasiab del VII secolo: il re, il visir (la regina), il carro, l'elefante, due cavalieri e un pedone intagliati nell'avorio. Nella sala saranno esposte anche le statuette di un elefante e di un cavallo provenienti da Dalverzintepa, datate al II secolo d.C. Secondo i ricercatori, questi sono alcuni dei più antichi reperti archeologici di scacchi non solo in Asia centrale, ma in tutto il mondo.

L'esposizione sarà suddivisa in tre fasi storiche. La prima parte racconta dei primi giochi simili agli scacchi comparsi nel territorio dell'Uzbekistan e del loro ruolo nella società. La seconda parte esamina il periodo in cui gli scacchi venivano percepiti come simbolo di conoscenza e pensiero. Nell'ultima, terza parte, viene descritto la diffusione degli scacchi nel mondo arabo ed europeo attraverso l'Asia centrale. L’ambiente scacchistico nella corte di Amir Timur e la formazione delle strategie di combattimento basate su di esso costituiscono una delle scene centrali della mostra.

Un aspetto interessante della mostra è la transizione simbolica che unisce storia e contemporaneità: la mossa decisiva di Amir Timur è collegata a un'immagine moderna, proseguita dalla mossa decisiva del giovane grande maestro Javohir Sindarov, che ha portato il giovane campione alla vittoria.

«Lo scopo di questa composizione è mostrare che Amir Timur aveva un approccio strategico agli scacchi e che questo lascito continua a vivere nello spirito rinnovato della nostra identità nazionale oggi», sottolinea l'autore del progetto Behruz Pulatov.